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Medio Oriente, tempo scaduto: falliti i negoziati israelo-palestinesi

ANSA – Dopo la politica sul campo, anche il tempo ha decretato ufficialmente la fine dei negoziati tra israeliani e palestinesi: sono scaduti martedì 29 aprile i nove mesi decisi nello scorso luglio a Washington, sotto la spinta del presidente Usa Barack Obama e del segretario di Stato John Kerry, per trovare un accordo di pace tra le due parti. Ed è una fine tra le polemiche: il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat, addossando la colpa del fallimento al governo del premier Benjamin Netanyahu, ha tirato l’ultimo fendente: secondo lui, il governo di unità nazionale tra Fatah e Hamas è stato un “pretesto” addotto da Israele per interrompere i colloqui, “è la dimostrazione che se il governo israeliano fosse sinceramente interessato alla pace, coglierebbe questa opportunità”. “Costruire nuovi insediamenti, uccidere palestinesi, distruggere centinaia di case palestinesi – ha sottolineato il diplomatico – non è il comportamento di chi vuole porre fine all’occupazione, ma piuttosto di un governo che vuole trasformare l’occupazione in annessione”. Israele, ha detto, ha preferito “consolidare un regime di apartheid” invece che “raggiungere una soluzione con due Stati”.

Un concetto riecheggiato lunedì dallo stesso Kerry, in una dichiarazione rilanciata dal Daily Beast: senza un accordo di …continua a leggere

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Siria, nove mesi dal rapimento di Dall’Oglio. La famiglia: “Liberatelo”

“Chiediamo a chi lo detiene di dare a Paolo la possibilità di tornare alla sua libertà e ai suoi cari, e a tutte le istituzioni di continuare ad adoperarsi in tal senso”. Trentadue parole, centosessantotto caratteri. Sta tutto racchiuso in questo spazio, se ci si limita al “contatore” telematico, l’appello che i familiari del gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria il 29 luglio 2013, lanciano oggi, in coincidenza con l’anniversario dei nove mesi dal suo sequestro.

Dall’Oglio, 59 anni, romano, è scomparso nella regione settentrionale di Raqqa e, secondo quanto reso noto nei giorni scorsi da fonti degli insorti, sarebbe vivo e in mano ai fondamentalisti islamici dell’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Tutte le fonti hanno finora confermato che padre Paolo è vivo e si trova in una delle prigioni dell’Isis – formazione di derivazione qaedista, ma in conflitto con l’altra fazione ispirata ad Al Qaeda, il Fronte al-Nusra – che da oltre un anno ha conquistato ampie zone della Siria Nord e Nord-Orientale. Da parte dell’unità di crisi del ministero degli Esteri italiano la vicenda viene seguita con il massimo riserbo. Fonti vicine ai negoziati “in corso” hanno riferito che da mesi ci sono contatti a …continua a leggere

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Terra Santa, vandalismi e profanazioni contro i luoghi cristiani

I vescovi cattolici di Terra Santa denunciano e condannano con inquietudine tre atti di vandalismo e profanazione che hanno colpito tre siti cristiani in Galilea nella giornata di domenica 27 aprile, proprio mentre tutte le comunità cattoliche locali vivevano il momento suggestivo della canonizzazione di San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II, a meno di un mese dal pellegrinaggio in Terra Santa di Papa Francesco.

Il primo atto di profanazione ha colpito il monastero benedettino di Tabgha, sul lago di Tiberiade, affidato a Benedettini tedeschi. Verso mezzogiorno, un gruppo di ragazzi abbigliati con le vesti e le acconciature tipiche degli ebrei ortodossi, hanno tirato pietre contro tre croci presenti nel sito. Lo stesso gruppo di ragazzi si è poi diretto verso il convento delle Suore Benedettine, sradicando anche lì una croce e imbrattando di fango un altare all’aperto, tracciando su banchi e sedie il segno della stella di Davide e ferendo con lanci di pietre una donna ospitata nel convento.
Nella stessa giornata di domenica 27 aprile – informa un comunicato degli Ordinari cattolici di Terra Santa pervenuto all’Agenzia Fides – è stata recapitata al Vicariato patriarcale di Nazareth una lettera intimidatoria firmata da una rabbino della regione, in …continua a leggere

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