Siria, nove mesi dal rapimento di Dall’Oglio. La famiglia: “Liberatelo”

“Chiediamo a chi lo detiene di dare a Paolo la possibilità di tornare alla sua libertà e ai suoi cari, e a tutte le istituzioni di continuare ad adoperarsi in tal senso”. Trentadue parole, centosessantotto caratteri. Sta tutto racchiuso in questo spazio, se ci si limita al “contatore” telematico, l’appello che i familiari del gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria il 29 luglio 2013, lanciano oggi, in coincidenza con l’anniversario dei nove mesi dal suo sequestro.

Dall’Oglio, 59 anni, romano, è scomparso nella regione settentrionale di Raqqa e, secondo quanto reso noto nei giorni scorsi da fonti degli insorti, sarebbe vivo e in mano ai fondamentalisti islamici dell’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Tutte le fonti hanno finora confermato che padre Paolo è vivo e si trova in una delle prigioni dell’Isis – formazione di derivazione qaedista, ma in conflitto con l’altra fazione ispirata ad Al Qaeda, il Fronte al-Nusra – che da oltre un anno ha conquistato ampie zone della Siria Nord e Nord-Orientale. Da parte dell’unità di crisi del ministero degli Esteri italiano la vicenda viene seguita con il massimo riserbo. Fonti vicine ai negoziati “in corso” hanno riferito che da mesi ci sono contatti a …continua a leggere

Articolo tratto da: Terra Santa Blog – TSDTV.it