Iraq: “Quella N la portiamo anche noi, con disarmato orgoglio”

Mentre prosegue la strage nella Striscia di Gaza, sembra passare quasi sotto silenzio la tragedia dell’esodo dei cristiani dell’Iraq. Gli ultimi che hanno lasciato la città di Mosul, dopo l’ultimatum rivolto loro dai jihadisti dell’auto-proclamato Califfato Islamico, sono quasi tremila. Un numero molto più alto delle stime approssimative finora circolate, secondo cui soltanto poche centinaia di battezzati erano rimasti a Mosul dopo che la seconda città irachena era stata occupata degli insorti sunniti guidati dai miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL).

La lettera araba corrispondente alla “N” con cui sono state marchiate le case dei cristiani di Mosul

Le case dei cristiani erano state marchiate con il carattere arabo corrispondente alla “N”, come “nasara”, seguace del Nazareno. Un marchio di discriminazione e di infamia, che ricorda tristemente le stelle di David sulle porte di case e negozi ebrei nella Germania nazista. Ma come ha scritto pochi giorni fa il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, in un sentito editoriale, “quella “N» la portiamo anche noi, con disarmato e dolente orgoglio, con consapevole partecipazione alla sorte delle donne e degli uomini cristiani di Mosul e di ogni altro perseguitato a ragione della propria fede.” E prosegue: “Questo è il …continua a leggere

Articolo tratto da: Terra Santa Blog – TSDTV.it

    

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