Ucciso 16enne palestinese, Twal: “Il sangue chiama sangue”

“Non è degno di capi politici e religiosi appoggiare, alimentare, fomentare la vendetta. La vendetta chiama vendetta, il sangue chiama sangue. E i ragazzi innocenti uccisi, tutti i ragazzi uccisi, sono come vittime sacrificate sugli altari diabolici dell’odio. Preghiamo per i genitori e i familiari di tutti questi giovani sacrificati, rapiti e uccisi”. Con queste parole il Patriarca di Gerusalemme dei latini, Fouad Twal, esprime all’agenzia Fides il proprio sconcerto davanti alla notizia del sedicenne palestinese Mohammad Abu Khdeir, del campo profughi di Shuffat, il cui cadavere bruciato e con segni di violenza è stato trovato questa mattina dalla polizia israeliana in una zona boscosa di Gerusalemme, dopo che la famiglia aveva denunciato il suo rapimento.
Un omicidio mirato che fa pensare a una vendetta, dopo il sequestro e luccisione dei tre ragazzi ebrei scomparsi il 12 giugno in Cisgiordania e trovati uccisi il 30 giugno nei pressi di Hebron.

“La visita di Papa Francesco in Terra Santa e poi lincontro di preghiera svoltosi in Vaticano – sottolinea il Patriarca – avevano alimentato tante felici speranze di pace. Adesso, con il sacrificio dei giovani innocenti, il ciclo della violenza in cui viviamo sembra riaffermare il suo dominio con …continua a leggere

Articolo tratto da: Terra Santa Blog – TSDTV.it

    

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