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Siria, liberate le suore del Monastero di Santa Tecla a Maalula

Nella tarda serata di ieri, domenica 9 marzo sono state liberati le 13 suore greco-ortodosse e i loro tre collaboratori che lo scorso 3 dicembre erano stati prelevati dal Monastero di Santa Tekla, nella cittadina siriana di Maalula, da un gruppo di miliziani islamisti che combattono contro il regime di Assad. La liberazione delle suore, avvenuta grazie anche alla mediazione degli apparati d’intelligence libanesi e del Qatar, ha avuto come contropartita il rilascio di 153 donne incarcerate nelle prigioni siriane.
Le notizie sulla fine del sequestro delle suore erano rimbalzate sui network arabi già nella prima mattinata di ieri, ma nelle ultime ore i rapitori avevano provato ad aggiungere ulteriori condizioni al rilascio, e ciò ha comportato il prolungamento della loro detenzione di qualche ora. Alla fine le suore – che erano tenute prigioniere nella città di Yabroud, controllata dai ribelli – sono arrivate libere alla periferia della città libanese nord-orientale di Arsal, per poi essere trasportate nelle prime ore di questa mattina fino alla città di Jdaidet Yabouss, dove sono state accolte dal Generale Abbas Ibrahim, capo della Sicurezza libanese e stratega principale della loro liberazione. Una delle suore, Madre Aghiah, ha riferito, in una dichiarazione ripresa …continua a leggere

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Armeni: “Siria in balia di forze straniere. Lasciatela in pace”

In Italia per partecipare ad un incontro con i vescovi amici dei Focolarini, dopo l’udienza con Papa Francesco, il vescovo armeno di Damasco, monsignor Joseph Arnaouti, porge la sua testimonianza su quanto accade in Siria e dice basta alle ingerenze straniere: “Sono ben 83 i Paesi che inviano terroristi a combattere. Prima la popolazione conviveva pacificamente, oggi non più”. L’articolo di Daniele Rocchi per l’agenzia Sir.

Aleppo, Damasco, Homs, Hama, Al-Qusayr, Dar’a, Latakia, Idlib, Raqqah, e tanti altri villaggi e città: l’elenco è lungo e lo snocciola come un rosario, recitato in un misto di speranza e di dolore per i tanti morti che in questi luoghi hanno perso la vita, per coloro che hanno scelto di fuggire e che ora sono sfollati o rifugiati nei Paesi confinanti. Monsignor Joseph Arnaouti è il vescovo armeno cattolico di Damasco – sono circa 60mila gli armeni in Siria – e parla con fervore della sua terra violentata da tre anni di conflitto: “Abitiamo una terra dove la rovina non è solo materiale, ma anche umana e sociale. La Siria è in balia di potenze straniere: sono ben 83 i Paesi che vi inviano terroristi a combattere. Prima la popolazione conviveva pacificamente, oggi …continua a leggere

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A rischio la visita del Papa in Terra Santa. Ma il Vaticano minimizza

A lanciare la breaking news è stato il sito d’informazione “Time of Israele”, secondo cui Papa Francesco è stato costretto ad annullare la sua visita in Israele, prevista per il 24-26 maggio, a causa della vertenza in atto da parte dei funzionari del ministero degli esteri israeliano. “Time of Israel” spiega che la notizia è stata confermata da una fonte dello stesso ministero degli affari esteri di Israele, secondo cui la visita è stata cancellata “perché i lavoratori del ministero degli esteri sono attualmente in sciopero e quindi impossibilitati a predisporre i necessari accordi per una visita di così alto livello”. “La cancellazione – ha spiegato la fonte citata dal sito – è possibile che crei larghi, misurabili danni economici con la perdita di tutte le entrate turistiche che avrebbero accompagnato la visita”.

Il Vaticano però minimizza. “Lo sciopero può dare difficoltà per la preparazione del viaggio del Papa, ma per ora per noi non c’è altro” ha dichiarato all’Ansa padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana.

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