Noemi e Ibrahim: “Non vogliamo trascorrere la vita nell’odio”

“Nella mia vita non avevo mai conosciuto dei palestinesi e nemmeno lui aveva conosciuto degli israeliani, ma solo i soldati ai checkpoint. Mi ha fatto piacere sentirgli dire che c’è Israele e ci sono gli israeliani. Io, allo stesso modo, posso dire che c’è la Palestina e ci sono i palestinesi. Non solo terrore, diffidenza e paura”. Il racconto di Noemi comincia così, mentre parla stringe tra le mani una tazza di caffè caldo. Venticinque anni, studentessa israeliana di architettura, Noemi è di Sde Boker, località del Negev, famosa per il suo kibbutz dove si ritirò David Ben Gurion, lo statista israeliano che proclamò nel 1948 la Costituzione dello Stato di Israele, di cui fu primo Premier e primo ministro della Difesa. Da quattro mesi risiede nello Studentato internazionale dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace, situata nell’omonima frazione di Arezzo, dove segue un master universitario, grazie a borse di studio messe a disposizione da istituzioni e privati. Vicino a lei è seduto Ibrahim, palestinese di Jenin, città dove è ambientato il romanzo di Susan Abulhawa, “Ogni mattina a Jenin”, una sorta de “Il Cacciatore di Aquiloni” in versione palestinese, nelle cui pagine trasuda la dolorosa storia di un popolo e …continua a leggere

Articolo tratto da: Terra Santa Blog – TSDTV.it

    

Torna in alto